Difesa Legale per Reati del Codice Rosso
Il Codice Rosso, introdotto con la legge n. 69/2019, si riferisce a una serie di reati già previsti dal Codice penale per cui è prevista una procedura prioritaria e accelerata. Questi reati sono caratterizzati da una particolare gravità e urgenza, soprattutto perché coinvolgono spesso vittime vulnerabili. Il Codice Rosso ha introdotto alcuni nuovi reati inasprendo le pene per quelli già previsti, tra cui:
Si tratta di atti continuativi di violenza fisica, psicologica o economica all’interno di un contesto familiare o comunque di convivenza. Per la difesa, è essenziale esaminare approfonditamente prima di tutto l’effettiva esistenza di una convivenza al momento dei fatti, dopodiché l’analisi si rivolge alla continuità e la gravità delle condotte per verificare se rientrano nel reato, nonché alla condotta della presunta vittima. Vi è da segnalare che questo reato, se commesso in presenza di figli minori, prevede una pena aggravata.
2. Violenza sessuale aggravata (art. 609-bis, 609-ter e seguenti c.p.)
Forme di violenza sessuale che nell’ambito relazionale, familiare o in ragione dell’età della persona offesa ne consegue un’aggravante. La difesa può includere la dimostrazione dell’assenza di coercizione o l’accertamento della consensualità e qualsiasi altro elemento utile ai fini della dimostrazione dell’innocenza dell’assistito.
Questo reato, introdotto dal Codice rosso, riguarda atti di violenza fisica che provocano deformazioni permanenti, come sfregi o ustioni. La difesa si concentra sull’analisi delle intenzioni dell’imputato, sul contesto in cui il fatto si è eventualmente verificato, e la relazione tra le azioni e le conseguenze.
Questo reato è stato introdotto dal Codice Rosso e viene commesso quando si viola una misura cautelare come il divieto di avvicinamento o l’obbligo di allontanamento dalla casa familiare, quindi, quando la denuncia è già stata presentata e la procedura d’urgenza è stata attivata. In casi come questo l’arresto da parte delle Forza dell’Ordine è obbligatorio e la difesa immediata è fondamentale al fine di poter fornire elementi utili per evitare un aggravamento della misura, che può essere infatti convertita nella custodia cautelare in carcere.
Comunemente noto come “revenge porn”, anch’esso introdotto dal Codice rosso, riguarda la diffusione di contenuti intimi senza consenso dell’altra parte. La difesa può includere la dimostrazione della mancanza di dolo o dell’assenza di connessione diretta tra l’imputato e la diffusione, oppure, nell’esistenza reale del consenso dell’altra parte.
Già menzionato, ma spesso si sovrappone a contesti più ampi, come la violenza domestica. La difesa si basa sull’analisi dei fatti specifici, quindi anche il comportamento dell’altra parte, e sulla dimostrazione o dell’assenza di intenzione persecutoria o dell’assenza totale di atti persecutori; capita infatti spesso che non è stato messo in atto alcun comportamento persecutorio e che, al contrario, sia proprio la “vittima” a cercare il contatto con l’indagato.
Lesioni che comportano conseguenze permanenti gravi come perdita di un senso, di un arto o incapacità prolungata.\n- Nella difesa è importante dimostrare la proporzionalità delle azioni o l’assenza di dolo e valutare se è stata messa in atto un’eventuale legittima difesa.
Questo reato viene spesso “abbinato” nelle denunce per atti persecutori: minacce di morte, di danno fisico o di un male ingiusto, spesso in contesti di relazioni familiari o personali aggravano la posizione processuale del Cliente. Per la difesa, è fondamentale verificare l’intenzionalità e l’effettiva percezione di pericolo da parte della vittima, nonché il contesto in cui le minacce sono state proferite.
Limitare la libertà di una persona senza il suo consenso, a volte anche in contesti relazionali. La difesa può mirare a dimostrare che non si trattava di un vero sequestro o che l’azione non aveva carattere coercitivo.